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Sabrina Fusi

V.E.R.D.E.

Un anno fa (mi sembra un’altra vita), ero nella sala d’attesa di un centro medico.

Il signore accanto a me era al telefono e, scocciatissimo, dava indicazioni alla moglie che lo doveva raggiungere.

«Sono nella sala verde.

VERDE.

No, non hai capito: V E R D E!

V di Verona, E di Empoli, R di Roma...»

Non che gli fosse venuto in mente di dire: verde come l’erba, le foglie o (magari!) il ghiacciolo alla menta.


Abbiamo vissuto e stiamo vivendo un periodo difficilissimo, ne portiamo e ne porteremo i segni.

Mi sono spesso interrogata se avesse senso continuare a scrivere storie e filastrocche. Ecco, io credo che ognuno di noi sia responsabile di fare il meglio di ciò che sa fare, non importa sia essere un “albero o un cespuglio”.

E a maggior ragione nei momenti di criticità.

Quindi, oltre ad attivarmi in altri modi, continuo a credere nell’importanza del pensiero creativo e della narrazione, del mondo e di sé.

Come mi hanno sempre detto i bambini “tutti noi abbiamo la creatività” e ogni volta che li incontro me lo dimostrano e mi emozionano.

É un patrimonio, una risorsa, un fattore di protezione che già possiedono e che non possiamo permetterci di veder scomparire.

A maggior ragione adesso.

«Sono nella sala verde. Verde, come i tuoi occhi.»

«Ti aspetto nella sala azzurra. Azzurra come il tuo maglione preferito.»




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