Uscita della scuola.
Tutte le mamme nel cortile.
Tutti i bambini escono. Chi corre, chi cammina lento sotto il peso della cartella, chi cerca un viso prima di uscire, chi si tuffa verso i giochi, chi saluta la maestra.
Chi scaraventa la cartella per terra.
La mamma raccoglie la cartella (e lo guarda negli occhi, che sono gonfi di lacrime non versate e di parole non dette).
Le mamme guardano e storcono il naso.
- Sbrigati, portami a casa!!!
- Sì tesoro.
- Io qui non ci voglio stare (anche oggi mi hanno preso in giro anche oggi e lo faranno anche domani e io qui non ci voglio più tornare e voglio sorridere e divertirmi ma sono sempre più isolato e nessuno sembra vedere quanto fa male aspettano che lo dica io ma ci vuole coraggio e io sono piccolo e questo coraggio non ce l’ho).
La mamma si mette la cartella sulle spalle e rimane due passi indietro al bimbo che si aggiusta gli occhiali e cammina a passo spedito (per allontanarsi il più fretta possibile da lì).
Le mamme si scambiano sguardi eloquenti.
- Sbrigati! (io qui non ci voglio restare un minuto di più li vedo che ridono e indicano me e so cosa dicono non li sento ma lo so e non voglio che li senti anche tu mamma perché se li senti anche tu questa cosa diventa vera e non posso più far finta di niente e la devo affrontare e io sono solo un bambino voglio solo andare a casa andare a casa andare a casa qui non ci voglio stare più)
- Certo tesoro, non voglio restare qui un minuto di più. Ti porto io la cartella che facciamo prima, andiamo a prenderci un gelato (e ne parliamo là).
- (grazie mamma)
- (sono qui apposta)
- (sarò già più forte da domani mamma e tutto questo un giorno sarà solo un ricordo)
- (certo, io l’ho sempre saputo tesoro!)
- Stracciatella.
- E crema.
La mamma lo guarda piena di fiducia.
Le mamme concordano che quel bambino è strano e la mamma lo è ancora di più, fanno bene i loro figli a non giocare con lui, meno male che se ne vanno.
Buona festa della mamma a tutte coloro che sono sempre mamme,
non solo per i propri figli.